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Ecco le case galleggianti in cui vivremo quando salirà il livello del mare

By Enrico Maria Corno

compartilhando felicidade
2019.Oct.18

Se è vero che nel 2100 i’Adriatico si alzerà di 140 cm, molte saranno le zone sommerse dalle acque. E in Italia e all’estero si sviluppa il settore delle floating house

Il futuro (galleggiante) è adesso

In una recente intervista alla Bbc, l’architetto olandese Koen Olthuis, il guru dell’architettura galleggiante, ha citato uno studio secondo il quale il 78% delle grandi città nel mondo sono state edificate vicino al mare o comunque a grandi bacini d’acqua che ne influenzano la vita. «L’acqua è un’opportunità e l’architettura galleggiante è il prossimo step nell’evoluzione urbanistica delle città. Negli ultimi 15 anni abbiamo cercato di combattere la natura per cercare di sottometterla alle nostre esigenze mentre ora si comincia a pensare che è meglio assecondarla, soprattutto pensando al previsto innalzamento del livello delle acque dovuto allo scioglimento progressivo dei poli. In Olanda ci sono oltre 10.000 case galleggianti ma spesso sono solo ricavate da vecchi battelli. Gli edifici che oggi realizziamo con le tecnologie più avanzate sulla terraferma, domani verranno costruiti su piattaforme galleggianti».

Photo: Friso Spoelstra

Parte il Made in Italy

Ora anche in Italia il mercato immobiliare galleggiante sta muovendo i primi passi: se esistono già alcuni operatori turistici che hanno realizzato villaggi e resort galleggianti acquistando le houseboat all’estero – dalla Polonia alla Turchia – ora stanno cominciando ad apparire i primi costruttori che, pur producendo ancora a livello artigianale, propongono le prime case galleggianti Made in Italy.

Quanti tipi di floating house

Il mondo si divide in case galleggianti “fissate a terra”, che non hanno la capacità di muoversi autonomamente e che rispondono ai regolamenti comunali pagando gli oneri di urbanizzazione, e case galleggianti “a motore” che sono formalmente dei natanti e che, ad esempio, hanno l’obbligo di smaltire le acque nere senza collegarsi al sistema fognario. Oltre a queste due categorie, è rilevante anche la distinzione tra case galleggianti prodotte artigianalmente e case che escono da una catena di montaggio industriale; così come tra quelle che vengono progettate per essere domicilio stabile e continuativo (da qualche anno in Italia la legge permette di chiedere la residenza in un porto) e quelle destinate ad essere affittate solo per un periodo di vacanza estiva.

Tutto un altro mondo

Recuperare un vecchio battello, ormeggiarlo lungo un molo e ristrutturarlo in modo tale che possa ospitare una casa può essere scomodo, limitante e parecchio costoso. Spesso conviene costruire ex novo. In Italia – nonostante la presenza di centinaia di cantieri nautici (e di 7.500 km di coste) – non c’è ancora una realtà industriale che creda e investa nella realizzazione di case galleggianti ed è pur difficile trovare artigiani che possano vantare le necessarie competenze in ingegneria nautica e civile per creare un progetto certificabile dagli enti preposti. Questo è però il caso raro di Minimal, una sas tra Mantova a Verona che ha recentemente messo in acqua un ristorante da 200 metri quadri lungo l’Adige, una residenza abitativa su misura di due piani acquistata da una famiglia, che ha scelto di vivere nel porto turistico di Genova, e una serie di piccoli “camper galleggianti” di pochi mq, noleggiabili sul Canal Bianco in Polesine e guidabili senza patente.

Apriamo i porti sull’Adriatico

Quando pochi anni fa sono cambiate le leggi sulla nautica da diporto, molte barche di grandi dimensioni – soprattutto sull’Adriatico – hanno deciso di fare base nella molto più economica Croazia. C’è chi, di fronte ai porti italiani rimasti semivuoti, ha trovato una soluzione e li ha riconvertiti in villaggi di case galleggianti. È accaduto a Rimini, ad esempio, e a Lignano Sabbiadoro (che probabilmente è la località italiana con la maggior concentrazione di houseboat potendo vantare ben due diversi floating resort) alla foce del fiume Tagliamento.

Il modello chiavi in mano

Le houseboat scelte per la Marina di Rimini sono prodotte da una azienda slovena che da decenni opera nel settore di camper e caravan: un molo galleggiante lungo anche 25 metri dove viene installata una costruzione da 50 a 150 mq dotata di ogni comfort prodotta industrialmente. A corredo, ci sono due motori elettrici, una a poppa e uno a prua (smontabili quando non si intende muoversi) che permettono alla “chiatta” di spostarsi e le forniscono lo status di natante. Il valore aggiunto è dato però dal sistema di galleggiamento brevettato: 96 cubi di materiale plastico inaffondabile contengono un impianto innovativo per il riciclo e la depurazione delle acque nere, che permette alla houseboat di rimanere stabilmente in porto senza dover ricorrere costantemente allo spurgo o senza dover uscire per scaricare al largo.

Il modello chiavi in mano

Le houseboat scelte per la Marina di Rimini sono prodotte da una azienda slovena che da decenni opera nel settore di camper e caravan: un molo galleggiante lungo anche 25 metri dove viene installata una costruzione da 50 a 150 mq dotata di ogni comfort prodotta industrialmente. A corredo, ci sono due motori elettrici, una a poppa e uno a prua (smontabili quando non si intende muoversi) che permettono alla “chiatta” di spostarsi e le forniscono lo status di natante. Il valore aggiunto è dato però dal sistema di galleggiamento brevettato: 96 cubi di materiale plastico inaffondabile contengono un impianto innovativo per il riciclo e la depurazione delle acque nere, che permette alla houseboat di rimanere stabilmente in porto senza dover ricorrere costantemente allo spurgo o senza dover uscire per scaricare al largo.

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